Gli infortuni sul lavoro rappresentano un fenomeno troppo diffuso nel nostro paese. Ogni giorno, in Italia tre persone muoiono sul lavoro e questo rappresenta un costo umano incalcolabile e inaccettabile sotto il profilo etico.
Questo fenomeno richiede grande attenzione da parte delle aziende operanti le quali dovrebbero aderire a politiche di prevenzione in materia di sicurezza.
Quali attività professionali possono comportare rischi dovuti a lavori in quota?
- Montaggio e/o utilizzo di ponteggi
- Utilizzo di scale e piattaforme
- Lavori in cui si usano sistemi di accesso e posizionamento mediante funi
- Lavori che comportano interventi sul tetto (antennista, lattoniere, spazzacamino, elettricista, idraulico etc.)
Prevenzione dei cantieri edili
I cantieri edili, per loro natura, rappresentano uno degli ambienti lavorativi più pericolosi, soprattutto per quanto riguarda la loro continua dinamicità. Il lavoro svolto in un cantiere è in continua evoluzione con modalità operative differenti; possiamo trovare problematiche relative alla presenza in spazi ristretti di più imprese, senza contare le condizioni climatiche che possono incidere notevolmente sulle condizioni dei lavoratori.
Nello specifico, in questo articolo vogliamo parlare di prevenzione del rischio di caduta dall’alto durante i lavori di manutenzione sulla copertura di edifici. Stiamo parlando di cadute pericolose che possono verificarsi da un tetto, da un ponteggio senza parapetto o da un terrazzo in costruzione.
Per prevenire questa tipologia di problematiche, è stato emanato un decreto ( D.Lgs. 626 del 1994) che ha introdotto, in tutti i lavori eseguiti oltre due metri di altezza dal suolo, delle misure di protezione collettiva utilizzando Dispositivi di Protezione Individuali (DPI). Questi dispositivi sono generalmente costituiti da un’imbracatura di sicurezza, munita di una corta trattenuta a sua volta agganciata a un robusto ancoraggio fisso dell’edificio.
La nostra soluzione: punti di ancoraggio e linee vita
La soluzione relativa ai dispositivi di protezione individuali presenta però una grossa problematica relativa al luogo dove agganciare saldamente la corda di trattenuta, tenendo sempre conto che i comignoli non sono strutture sufficientemente robuste. Per esempio, per installare un’antenna su un tetto, dove sarà possibile agganciare la corda dell’imbracatura?
Da questo quesito precedentemente posto, nasce l’esigenza di installare sui tetti di nuovi edifici (o qualora si trattasse di ampie ristrutturazioni) punti di ancoraggio o linee vita le quali rappresentano dei veri e propri impianti di sicurezza salvavita. Nello specifico, si tratta di un sistema di ancoraggio anticaduta a cui agganciare i dispositivi di ancoraggio individuale per garantire la sicurezza degli operatori; è obbligatorio installare questi dispositivi in occasione di una costruzione o ristrutturazione di edifici oltre i 2 metri di altezza rispetto al piano stabile.
Le linee vita sono composte da tre elementi fondamentali:
- imbracatura: parte specifica che si applica all’operatore, possibilmente dotata di cintura di posizionamento;
- collegamento: parte tra imbracatura e ancoraggio;
- punto di ancoraggio: struttura elemento fisso resistente.
Costi e Normative
Il costo di tali impianti, rispetto al costo complessivo dell’opera o al rifacimento di un tetto, incide in misura poco rilevante ed è inoltre ammortizzato nei successivi interventi di manutenzione più rapidi e sicuri.
Le linee vita devono essere conformi alla norma tecnica italiana, UNI EN 795 DEL 2002, che riguarda i dispositivi di ancoraggio permanenti. Essa definisce a lungo raggio tutti gli elementi necessari per un corretto utilizzo: i requisiti, le istruzioni per l’uso, i metodi di prova e la marcatura che i produttori devono eseguire nella produzione di questi dispositivi. Gli installatori saranno tenuti a rilasciare, successivamente all’installazione, la dichiarazione di corretto montaggio con la quale è possibile dimostrare che il lavoro è stato svolto efficientemente e in piena sicurezza.
Progettazione
Il progettista ha l’obbligo di creare un elaborato grafico che riassumi nel dettaglio tutti i rischi e le modalità di utilizzo del sistema anticaduta. In questo modo sarà possibile evidenziare i percorsi da seguire in base alla disposizione degli ancoraggi.
Bisogna anche considerare che, il proprietario o l’amministrazione di un edificio che decide di procedere con l’installazione di una linea vita, dovrà verificare che il soggetto a cui si rivolge sia abilitato e qualificato nell’effettuare un lavoro di questa portata. Il progetto dovrà, infatti, essere redatto da un tecnico qualificato, ingegnere o architetto, che, al termine dei lavori di posa, effettuerà una sottoscrizione della relazione che attesti la corretta installazione. Il documento dovrà in seguito essere accompagnato dall’attestazione di corretta posa rilasciata dal posatore.
Installazione
L’installazione delle linee vita consiste nel rispettare fedelmente le indicazioni del tecnico che ha progettato il sistema anticaduta. Attualmente la legislazione non richiede un’abilitazione specifica all’artigiano o all’impresa edile che installa questi dispositivi, ma resta fondamentale la figura del tecnico abilitato che indica come dovranno essere fissati gli ancoraggi alla struttura di supporto, senza dimenticare la scelta di un prodotto certificato.
Utilizzo
L’utilizzatore deve, prima di tutto, prendere visione della documentazione relativa al sistema di ancoraggio, con particolare riguardo alle indicazioni rivolte alla zona d’accesso e alla dislocazione degli elementi sulla copertura. Inoltre, sarà tenuto a indossare i relativi dispositivi di protezione individuale ed effettuare un’ispezione visiva al sistema prima dell’effettivo utilizzo, per verificarne l’integrità, l’idoneità e l’assenza di evidenti rotture.
Cosa abbiamo realizzato
Di seguito potrai visualizzare dei Case Studies appositi legati all’impermeabilizzazione che potranno quindi indicarti quali soluzioni abbiamo adottato per i singoli progetti e la riuscita degli stessi.
